Ricevo spesso domande sul perché ho deciso di mandare Giordan al nido, quale esigenza mi ha portato a prendere questa decisione. Mi chiedete spesso se lo mando perché lavoro, o perché voglio farlo abituare agli altri bambini o se magari voglio un po’ di tempo per me. Com’è andato l’inserimento? Come si trova?
Bene. Oggi voglio parlarvi un po’ di questa nostra nuova esperienza.
Sono un paio di mesi che Giordan frequenta il nido, togliendo i giorni in cui è stato male purtroppo, ma anche questo fa parte del pacchetto quando una mamma decide di portare suo figlio al nido. Più i bambini sono piccoli, più sono alte le possibilità che si ammalino trasmettendosi le cose tra loro. E credo che questa sia l’unica cosa negativa che viene abbattuta alla grande da tutti i riscontri positivi. Che poi nemmeno tanto negativa, perché grazie a questo saranno in grado di rafforzare il loro sistema immunitario.
Ho iscritto Giordan al nido l’estate scorsa, in primis sotto consiglio di tanti pediatri per la questione cibo. Chi mi segue sa che giordan mangia solo latte e magari il nido lo avrebbe invogliato ad assaggiare vedendo anche gli altri bambini. Poi vedevo che quando andavamo al parco, lui giocava solo con me. Allontanava i bambini, ma solo per abitudine ovviamente. Andai così a visitare questo nido, un nido comunale. Mi innamorai subito dell’ambiente, stanze spaziose con tantissimi giochi in legno. Bagni con lavandino e water a misura di neonato. Stanze per fare laboratorio e stanze con piccoli lettini. Giardino, orto ed anche le galline. “Voglio che venga qui” , non avevo dubbi sulla mia scelta.
Purtroppo non c’erano abbastanza posti, quindi ci misero in lista e saremmo subentrati se si fosse ritirato qualche bambino. Ho aspettato la chiamata per mesi, ed alla fine mi ero anche un po’ rassegnata. La chiamata mi arriva proprio in un periodo No, in cui dovevo stare ferma per qualche mese con la schiena. Si era liberato un posto, ma non nell’asilo che avevo visto, in un altro un po’ più lontano da casa ma della stessa struttura. Ho pregato affinché mi aspettassero perché lo volevo davvero tanto quel posto, ho rimandato due, tre settimane perché purtroppo non potevo prevedere nemmeno io i tempi della mia guarigione. Iniziavo a stare meglio ma non bene da poter guidare e prendere in braccio Giordan.
Così un giorno rispondo al telefono e mi comunicano che nel frattempo si era liberato un posto in quello vicino casa! E che potevo avere ancora del tempo prima che ricontrollassero le graduatorie.
Vado al colloquio, “Inizia mercoledì”.
La cosa che mi rasserenava che per i primi 15 giorni potevamo fare inserimento insieme. Potevo rimanere con lui e fare quell’oretta.
Inizia così questa nuova nostra esperienza.
Giordan ha sempre temuto questi ambienti, che sia asilo, medico e ospedale. Era molto diffidente all’inizio ma con me vicino è stato meno traumatico. Io mi sedevo in un angolino e lui giocava, correva e ballava. Mi allontanavo sempre di più affinché lui potesse abituarsi piano piano. Dopo giorni per la prima volta esco fuori. Lui piange, si dispera. Ero lì fuori e mi si stringeva il cuore. Lo sentivo urlare e avrei voluto solo aprire quella porta e portarlo via. Ma se lo avessi fatto non avrei pensato al suo bene. Ma piuttosto al mio. Era giusto che lui avesse un distacco, che lo sentisse. Era giusto che lui imparasse anche a stare senza di me, nonostante mi si spezzasse il cuore.
Sono rimasta lì fuori, per un paio di giorni. Lui piangeva dentro, io piangevo seduta fuori. Capii però una della cose più importanti, che lui non piangeva perché non voleva starci, ma piangeva perché lo stavo lasciando. Ero avvilita e triste, ma non mi sono fermata ed ho insistito perché non volevo fare la scelta sbagliata. Ed infatti azzeccai. Perché con il passare dei giorni giordan piangeva sempre meno, giusto il tempo di salutarmi e poi non lo sentivo più. Rimanevo lí dietro la porta, il tempo necessario per stare tranquilla, e la cosa che mi fece convincere di più era quando lo riprendevo. Era contento, era entusiasta, era come se volesse raccontarmi tante cose. Questo per dirvi che tante mamme si arrendono subito, riportandosi così il bambino a casa e non mandandolo più. Io sono stata male, e sicuramente anche lui. Ci è voluto tanto, ma va fatto per loro. Per abituarli alla vita. “Giordan mamma ti lascia qua ma fra un paio di ore ti vengo a riprendere”. Per fargli capire che anche se non mi vede, tornerò comunque a riprenderlo. Per fargli attivare il sentimento di fiducia. Per fargli capire che io, che noi mamme, comunque ci saremo sempre anche se non ci vedono. È fondamentale salutarlo nel momento in cui lo lasciamo. È fondamentale che lui capisca che lo stiamo lasciando. È sbagliato scappare e andarsene quando lui è distratto perché appena se ne accorgerà prenderà quel gesto come una sorta di abbandono. “Giordan mamma va a fare spesa e poi torna a riprenderti”. Piangerà ovviamente, ma quando vedrà tornarvi una due e tre volte capirà che gli avrete detto la verità.
Quante cose buone ha fatto il nido in questi pochi mesi? Beh, non saprei nemmeno da dove iniziare. Anzi si, lo so. Giordan è diventato un chiacchierone. Parla parla e parla. Mi racconta quello che fanno all’asilo a soli DUE ANNI. Ha imparato parole nuove, parole più articolate. Ha imparato a giocare con gli altri bambini, a stare insieme e a condividere. Ve lo state chiedendo? ebbene sì, ha imparato a stare seduto a tavola al momento della pappa, osserva il cibo, lo tocca anche, ma per il mangiare ci stiamo lavorando. E le maestre fanno un grande grande lavoro per questo suo blocco.
La mattina al momento del distacco lagna sempre un po’, specialmente quando torniamo da giorni di malattia, ma sono serena. Sono serena perché ho la certezza che lui passa la giornata felice. Lo testimoniano le foto dove colora, balla, costruisce e molto altro. Infatti il nido di Giordan ha un blog online riservato solo alle mamme, dove possiamo vedere come hanno passato la giornata i nostri bambini. In più hanno un album dei ricordi per ognuno di loro, in quello di Giordan ci sono le foto mie con lui, con mia madre, con mia sorella. Così se dovesse avere nostalgia, basterà sfogliarlo.
La crescita di Giordan è evidente, ed il merito va anche al nido. A settembre inizierà la materna, e per quanto difficile possa essere, so che il percorso al nido lo aiuterà ad affrontarla in maniera forse un po’ più semplice. Deve crescere ed andare incontro alla vita, deve imparare piano piano ad essere autonomo e noi mamme dobbiamo imparare a lasciarli andare. Perché è giusto così, perché lo facciamo per loro. Perché tenerli stretti a noi non li preparerà mai al mondo che c’è fuori. Perché un giorno quello che noi insegnamo adesso, se lo porteranno nella vita futura di tutti i giorni. Perché cresceranno, e magari ci ringrazieranno anche.