“No mamma così mi sporco”.
E subito cala un velo nero su di me. Penso a quanto i bambini amino sporcarsi, dipingere, cucinare, impastarsi le mani.
Invece io non riesco a farglielo fare, non riesco nemmeno a fargli toccare un po’ di farina.
Stavamo facendo i biscotti. La nottata non era andata benissimo, non avevo chiuso occhio. Ho letto e riletto su internet consigli per bambini con disturbi alimentari.
Ma alla fine ho vinto solo tanto sonno perso.
Ho deciso di fare i biscotti.
Magari questa volta andrà meglio.
Ma in mente mia so che di quei biscotti non ne assaggerà nemmeno mezzo.
Sono avvilita, sono stanca, sono triste.
Ripenso a quando saltavo i pasti perché non avevo tempo. Perché dovevo fare da mangiare a lui e altre mille cose. E perché mangiare sola mi faceva sentire ancora più sola, quindi preferivo non mangiare.
E se magari avessi fatto vedere com’era bello mangiare, se magari avesse visto qualcuno seduto a tavola, un ambiente felice con il cibo, forse non avrebbe odiato così tanto mangiare.
Ci penso mentre gli porgo un po’ di impasto.
“Tieni amore, prova a farli tu i biscottini”.
“No mamma, ho paura”.
Ed io non lo accetto. Non accetto che un bambino di tre anni conosca la paura. Conosca l’ansia. Conosca il disagio.
Ho mollato i biscotti, mi sono inginocchiata davanti a lui.
“Amore io voglio starti vicino, sarò qui sempre ma ti prego, devi iniziare a mangiare qualcosa.”
Come mi sento oggi? Ho paura.
Me lo stringo forte e prego.
Prego di dargli la forza, di darmi la forza.
Non si può capire. Non si possono capire due anni dove spero che mandi giù almeno un po’ di latte in tutta la giornata. Non si può capire quanto è tosta da appena apro gli occhi.
Non si può capire.
E per questo ho smesso di farmi capire.
Ma non ho smesso di sperare, di lottare, di continuare.
Ciao Giorgia, ti scrivo solo ora ma ti seguo su Instagram da parecchio. Ho un figlio che compirà tre anni a maggio e credo di essere nella tua stessa situazione più o
meno. Mio figlio prende ancora latte materno e non vuole assaggiare altro al di fuori di pane e grissini, banana e yogurt. E non è così da un po’ di tempo, è così da sempre! Molti dicono di toglierli il latte ma non credo sia questa la soluzione, o almeno credo che non sia “tutta colpa del latte di mamma”. Ogni pasto è un incubo, quando capisce che arriva l’ora di sedersi a tavola comincia a strillare “crackers, grissini!!” per far ben capire che lui si siederà a tavola senza urla solo se gli si darà quel tipo di cibo. Se si prova a fargli assaggiare qualcos’altro strilla e mostra facce di disgusto. Non so più dove sbattere la testa, ho comprato anche il libro “le mani in pasta” che suggerivi tempo fa ed ho quasi terminato di leggerlo. Tutto quello che si dice, ovvero di condividere la preparazione dei pasti con lui, fare la spesa insieme e coinvolgerlo, giocare a fingere di preparare la pappa etc etc .. etc.. già tutto provato ma non ci sono miglioramenti .. per ora. Dico per ora perché noi mamme abbiamo il dovere di continuare a credere che una soluzione a questo problema ci possa essere e non dovremmo mai far vedere ai nostri figli la frustrazione che ci perseguita, poiché ci si sente sempre un po’ colpevoli di “un qualche disturbo alimentare” possa colpire nostro figlio. Ho passato mesi di depressione e di rabbia per tale motivo, tanto da iniziare ad incrinare anche il bel rapporto che avevo con mio marito. Dopotutto chi vorrebbe una moglie sempre depressa o arrabbiata con il mondo? Bene, non ritengo che quel libro mi abbia insegnato qualcosa che non sapessi già, ma probabilmente aspettavo solo che qualcuno di più esperto me lo dicesse. Basta guerra a tavola, basta ricatti per mangiare un solo boccone, mi rimbocco le maniche e proverò a farmi vedere serena e tranquilla nel momento del pasto, sebbene dentro io abbia la tempesta. Forza Giorgia ce la faremo! Un abbraccio forte da una mamma e dal suo scricciolo di 12 kg! 😘
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Ciao Giorgia! Sono la mamma di un bimbo di quasi 4 anni con lo stesso “problema” di Giordan. Potrei sapere se sei riuscita a risolvere in qualche modo? Grazie mille un abbraccio
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