Ho pensato tanto se scrivere qualcosa in questi giorni, ero tentata ma poi mollavo tutto. Non avevo voglia, non avevo voglia di pensare, di dire e di fare. Molte di voi mi hanno detto “Impiega questo tempo per scrivere, scrivi anche un libro” . Ma quando il corpo sta male, la mente non può non risentirne. Per quanto puoi impegnarti a rimanere lucida, a non farti abbattere, alla fine inevitabilmente la situazione abbatte te.
È domenica mattina, ho appena cambiato il pannolino a Giordan mentre era in piedi perché non posso rischiare di prenderlo in braccio e avere una ricaduta. Il corpo per riprendersi ha bisogno di tempo, specialmente quando trascurato per molto tempo. Questo decisamente va inserito nei periodi più brutti della mia vita. Ma non mi voglio abbattere, perché ne devo uscire a testa alta come sempre. Non mi abbatto pensando a tutti i progetti che mi sono andati all’aria ora ma che in un modo o nell’altro cercherò di riprendere più in là. Io non ho pazienza, voglio tutto e subito. Se mi viene una cosa in mente la devo fare subito. Se mi viene da scrivere, devo scrivere subito. Funziono così. E questo per me è stato un periodo che mi ha messo a dura prova. Il voler fare qualcosa con la mente ma non poterlo fare con il corpo. Me la sono presa tanto con me stessa. Mi sono incolpata per non essere in grado. Per aver tolto del tempo a Giordan. Per aver saltato l’inserimento al nido. Per l’annullamento del viaggio dei 50 anni di mia madre. Per i progetti mandati a puttane. Per non aver organizzato la festa di compleanno a mio figlio. Mi sono riempita di sensi di colpa. Mi sono fatta una colpa per il mio fisico fragile. Ed ho sbagliato, ho sbagliato perché volevo a tutti i costi accellerare la guarigione, quando la guarigione ha bisogno del suo tempo.
Per quanto io voglia star bene, per quanto io voglia riprendermi, poco conta. Alcune cose non le decidiamo, ne le acceleriamo. Hanno il suo tempo. Decidono loro.
Ero un senso di colpa che camminava, oltre il peso della schiena avevo il peso dei pensieri. “Giorgia ci vogliono mesi per risolvere almeno un po’ questa situazione” . Ed io non lo accettavo. Quando dovevo solo sdraiarmi e aspettare. Aspettare. Più che aspettare, accettare.
E come si fa ad accettare qualcosa che non vuoi? Come si fa a stare ferma con le giornate che ti passano davanti agli occhi senza poter far niente? Come si fa a non prendere in braccio tuo figlio? Come si fa a sentirsi meno inutli?
Non si fa. Non si pensa. Non hai alternative. E quando non hai alternative allora accetti. Fermi la mente. Ti metti in stanby e aspetti che il corpo si prenda il suo tempo.
Sono abituata a non chiedere, sono abituata ad andare a 3mila. Sono abituata a risolvere tutto da sola. Sono abituata a non parlare dei miei problemi. Sono abituata a non lamentarmi di ciò che non va, perché lamentarsi non risolverà di certo le cose. Accetto sempre quello che viene con una filosofia. Doveva andare così.
E forse questa volta doveva andare davvero così, forse la vita mi sta dicendo fermati un attimo. E anche nelle situazioni difficili c’è sempre del buono. In tutte le cose bisogna vedere del buono. Ed io questa volta ho visto tanto, ho visto soprattutto su chi poter contare e chi no. Questo voglio fare e questo faccio sempre. Trarre un insegnamento anche dalle situazioni più difficili in modo da migliorare la mia vita sempre di piú. Lavorare sempre su me stessa per una crescita interiore. Realizzarmi da sola, insegnando a mio figlio i valori. Quelli veri.
Cosa sto imparando da questa storia? Sto imparando ad avere meno aspettative da me stessa. Ad avere meno pretese. Sto imparando che a volte basta solo aspettare. Che la pazienza è una grande virtù. Che non sono una mamma cattiva solo perché non posso dedicarmi a mio figlio. Che non sono invincibile e che a volte bisogna chiedere aiuto. Che chiedere aiuto non è da deboli. Che riconosce i propri limiti a volte ti aiuta a non oltrepassarli. Che anche se non la vedo, la luce in fondo al tunnel c’è. Prima o poi, c’è.
Sto imparando a prendermi tempo, che a volte fermarsi ti aiuta a ripartire ancora più forte. E allora sto ferma qui e aspetto. Aspetto che passi tutto senza avere fretta, senza pormi una tempistica. Perché affinché i nostri figli stiano bene, dobbiamo stare bene noi. Ed io non vedo l’ora di tornare a nascondermi sotto il letto e giocare insieme, tutta la vita.
Che tenero questo articolo….prenditi il tuo giusto tempo e buona guarigione
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Brava Giorgia! Sei coraggiosa e hai davvero tanta forza, ci sta che tu sia abbattuta e anche arrabbiata ma sono certa che pian piano migliorerà. Segui quello che ti chiede il tuo corpo e ti capisco quando dici che è difficile perché anche io come te vado sempre a 3000. Buona guarigione! Ed un bacio a Giordan 😘
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